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Tre tappe in Umbria con il camper, caravan o la tenda.

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Un maxi weekend o un ponte in camper, dove andere? Un itinerario di tre tappe nel cuore verde dell’Italia: l’Umbria.

 

L’Umbria per via dei boschi e prati presenti in gran parte della Regione, è considerata il polmone dell’Italia. Piccola, raccolta, stretta tra la Toscana, il Lazio e le Marche, è uno scrigno pieno di storia, cultura e tanta tradizione a tavola.  Tre tappe per un maxi weekend per conoscerla con il camper, il caravan o la tenda

Durata : 4 giorni, Da Terni a Perugia 

Km percorsi: 250 km

Adatto a tutta la famiglia e gli amanti della buona tavola. Animali ammessi in ogni struttura

Cosa portare: scarpe comode, molto comode!!!

Quando? ideale primavera, estate e autunno

In tenda, con la caravan o con il camper, vi porto a visitare una delle regioni più verdi d’Italia: l’Umbria.  Per molti è considerato il polmone del nostro Bel Paese, un vero crocevia di storia, costumi, usi e buona tavola. Tre saranno le tappe, dove vi farò scoprire anche alcuni tesori nascosti sotto terra.

TAPPA 1 Narni e dintorni

  1. Narni: nota come Narnia, fu insediata dai romani nel 300 a.C. come importante fortificazione per la costruzione della via Flaminia. Le sue origini sono quindi antichissime, ma vi accorgerete passeggiando che prevale lo spirito medievale. Un reticolo di vie, viette, piazze, scalinate e belvederi del centro storico. Parcheggiate il camper seguendo l’indicazione del parcheggio posto nella parte bassa della cittadina, dove troverete gli stalli dedicati al camper e il carico e scarico delle acque. Da qui potete seguire a piedi le indicazioni del centro servendovi degli ascensori.
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     La prima tappa è la Porta delle Arvolte, la cui costruzione fu realizzata a fine del 1400 e dove ai fianchi troverete i due due torrioni con le ferritoie e le bocche di fuoco. Proseguendo su via Roma arriverete a Piazza Garibaldi dove al centro c’è l’omonima fontana. Ricostruita in seguito al saccheggio del 1527, ha la caratteristica di avere una forma poligonale. Poco distante, dopo Porta Romana, attraverserete l’arco del Duomo di San Giovenale, patrono della città. L’ingresso principale della Cattedrale è quello in Piazza Cavour, anche se quello più imponente è senza dubbio il laterale in Piazza Garibaldi. Costruito a partire dal 1047 sui resti di un’antica necropoli medievale, venne poi consacrato nel 1145 da Eugenio III e conserva il Sacello dei Santi Giovenale e Cassio. Più recenti e da non perdere sono Palazzo dei Priori (con la bella torre civica e la loggia del Gattapone), il Palazzo del Podestà risale al XIII secolo, la chiesa di San Domenico, un complesso religioso edificato nel XII secolo, la suggestiva la cappella del Rosario con volta affrescata da artisti fiamminghi del Quattrocento e infine la chiesa di Sant’Agostino che custodisce un’edicola dipinta del Quattrocento di Pier Matteo d’ Amelia. Sin qui la storia, ma se vi dico “Le cronache di Narnia” vi viene in mente qualcosa? Se “le cronache di Narnia” non fossero solo una fiaba per bambini, ma fossero realmente ispirate da una storia vera ambientata a Narni nel 1979? In quell’anno un gruppo di ragazzini chiamato “la banda del buco” scoprí un passaggio segreto sotterraneo, ma per scoprire di più dovete passare alla prossima tappa: Narni sotterranea.
  2. Narni sotteranea. Non potete fermarvi a Narni, senza aver visitato Narni sotterranea. Vi suggerisco di prenotare la visita e immergervi attraverso una visita guidata, nei meandri della storia narnese. Grazie agli scavi archeologici, è stata scoperta e restaurata una cripta del XII secolo e l’abside di quella che un tempo era la cattedrale della città, Santa Maria Maggiore. La visita nei Sotterranei non è una visita convenzionale, la storia di cui parliamo è iniziata secoli fà con l’istituzione del Sant’Uffizio, ma continua ancora oggi ad intrecciarsi con il presente. Narni Sotterranea è un insieme di fortunate scoperte e coincidenze che hanno portato alla luce pagine della nostra storia. Alcune anche terribili come la stanza delle torture e le carceri, altre piene di affascinati vicende come quella del Bigamo di Narni.

La visita dura mediamente un’ora e mezza e si può fare anche con audio guide in inglese, francese e tedesco o testi scritti in olandese, spagnolo, russo, polacco, portoghese, ebraico, ungherese comprese nel prezzo del biglietto. Su prenotazione i locali sono accessibili a diversamente abili su carrozzina, non vedenti e sordomuti. I cani sono ammessi purchè al guinzaglio. Il percorso guidato inizia dal complesso conventuale di S. Domenico con l’ingresso in una chiesa del XII secolo, scoperta solo nel 1979, da sei giovani speleologi, che conserva affreschi tra i più antichi della città.

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Qui guardate sotto i piedi attraverso il pavimento vetrato, potrete vedere i recenti ritrovamenti archeologici e grazie ad una suggestiva ricostruzione virtuale, si potranno comprendere le varie fasi storiche che hanno interessato l’antica chiesa sotterranea. Attraverso un varco nella muratura si passa in un locale con una cisterna romana, probabilmente resto di una domus. In questa sala, grazie a degli effetti speciali, si potrà entrare in maniera virtuale nei cunicoli dell’acquedotto Romano della Formina. Subito dopo, percorrendo un lungo corridoio, si giunge in una grande sala, dove avevano luogo gli interrogatori del Tribunale dell’Inquisizione. Qui io ho avvertito una grande e profonda suggestione. Quest’ambiente è chiamato Stanza dei Tormenti nei documenti ritrovati negli Archivi Vaticani e al Trinity College di Dublino e qui vedrete i principali strumenti di tortura. Adiacente a questa stanza, c’è una piccola cella, unica nel suo genere, che documenta con segni graffiti sulle pareti le sofferenze patite dagli inquisiti. Uno di questi è Giuseppe Andrea Lombardini, che per uno sfortunato gioco del destino ha fatto si che lui stesso, guardia dell’Inquisizione, fu arrestato per aver favorito la fuga di un suo compagno d’armi. Nella realtà fu semplicemente incastrato e si dichiarò sempre innocente. Il Lombardini ha fatto arrivare ai giorni nostri, una serie di messaggi con codici grafici, simboli alchemico massonici ad oggi, non ancora completamente decifrati. Gli ambienti sono adatti a tutti, anche ai claustrofobici, grazie alle numerose aperture verso l’esterno lungo tutto il percorso. Personalmente la reputo una delle esperienze storiche più coinvolgenti.

  • NarniAdventures: un parco avventura sotterraneo. Sotto a Piazza Garibaldi trovare uno dei luoghi di divertenti e caratteristici di Narni: il Lacus. Al suo interno è stato allestito un percorso avventura ludico-didattico indoor unico al mondo, chiamato NarniAdventures. Si tratta di un grande locale del 1200, dove ci si potrà avventurare in un percorso con ponti tibetani, andare su una teleferica in assoluta sicurezza e arrampicarsi su una parete artificiale. Vi suggerisco quest’esperienza al di là del motivo ludica, anche per conoscere l’importanza dell’acqua per la vita sulla Terra. Ricostruzioni, foto, pannelli didascalici e una cascata d’acqua ma soprattutto l’esperienza di percorrere passaggi in quota, in un ambiente con le caratteristiche tipiche di una grotta, in assoluta sicurezza.
  • Narni Medievale: per vivere appieno l’atmosfera storica di Narni, vi suggerisco di approfittare del tour guidato di Sistema Museo “Narni, il circuito degli ambienti medievali“. Un itinerario attraverso i più caratteristici ambienti medievali cittadini, appositamente pensato per riscoprire il vivere quotidiano, le arti e i mestieri, le luci e le ombre di questo periodo così particolare e affascinante. La visita si tiene tutti i giorni (tranne il lunedì) alle ore 11:00 oppure alle ore 16:30. E se volete vivere ancora più a pieno questa atmosfera, un’attrazione da non perdere è indubbiamente la Corsa all’anello. Nel mese di maggio, in onore del Santo Patrono, Narni rivive giornate dove, al folklore di una sfilata di costumi si aggiunge un’avvincente competizione equestre che non è seconda a nessun’altra rievocazione storica.
  • Una doppia tappa da fare in un pomeriggio è il Ponte di Augusto e il Sacro Speco di San Francesco.

Dal centro città spostatevi in direzione del ponte sul Nera, dove potrete ammirare il Ponte di Augusto, arco superstite del manufatto romano del I secolo a.C. – lungo 160 metri ed alto 30 – che in origine univa i monti Corviano e Santa Croce. Qui sarete esattamente al centro dell’Italia. Proseguite e seguite la direzione verso il Sacro Speco di San Francesco. Siete a 14 km da Narni, completamente immersi nel verde, in un posizione dominante rispetto alla valle. Fondato dal Santo nel 1213, il Sacro Speco di San Francesco, fondato dal Santo nel 1213, mentre compiva il suo giro apostolico nella bassa Umbria. Il luogo va vissuto in silenzo e facendosi riempire i polmoni di ossigeno e la tranquillità nella mente.

La prima tappa è il Santuario che si accede, percorrendo una strada pedonale denominata Viale del perdono. All’ ingresso si trova la piccola chiesa, con un crocifisso ligneo cinquecentesco e un tabernacolo del Seicento. Seguite l’angolo della chiesetta e entrerete nel chiostro, risalente al Quattrocento, da cui si accede alla Cappella di San Silvestro. L’oratorio, edificato dai Benedettini intorno all’anno 1000, presenta l’abside con un affresco del Trecento. Dietro l’abside, vi è l’antico pozzo da cui, secondo la tradizione, fu attinta l’acqua che san Francesco tramutò in vino. Lasciare il Santuario e proseguite lungo il vialetto nel bosco diretti allo Speco e l’Oratorio di San Francesco. Lo Speco che si ammira è la fenditura della roccia, mentre nella parte antistante si trova il luogo dove Francesco si ritirava in preghiera e la cella che custodisce il letto del Santo. Nello spazio antistante si erge una alta roccia isolata, chiamata Colonna dell’Angelo, su cui, secondo la tradizione, un angelo apparve al santo suonando una cetra. Poco distante trovare il prato, dominato dal castagno secolare; poco distante, in una nicchia nella roccia, una cappella con altare ricorda la predicazione di san Bernardino

Cosa mettere in dispensa della caravan o del camper

Siete al confine con il Lazio, nella zona sud dell’Umbria, dove la tradizione per il buon vino è molto sentita. Mazzocchi Maurizio erde del Cavalier Mazzocchi, è il titolare dell’azienda Fattoria Giro di Vento ed è una delle realtà vitivinicole più importanti della provincia di Terni.  Quattro sono i vini che vi consiglio di mettere in dispensa in camper: Raggio, Pura Vitae, Cento Albe e Spiffero. Ogni nome ha una sua origine precisa che vi raccontaerà Maurizio, durante il tour nelle vigne e la degustazione. E non di meno, mettete nel mobile in cucina anche una bottiglia di olio Evo dell’azienda agricola. L’olio umbro a differenza di quello toscano è molto più profumato e corposo.

Cosa ordinare a tavola

Narni è un caratteristico luogo dove assaporare la cucina umbra, vi sono infatti numerosi ristoranti dove poter mangiare e riposarsi dopo la visita alla città e i suoi dintorni. Io vi suggerisco seduti a tavola di non farvi scappare La Bandiera, una specie di peperonata tipica della cucina umbra. Praticamente un contorno di zucchine, patate e peperoni tagliati a listarelle o cubetti, fatti stufare in padella rigorosamente con olio extravergine d’oliva, pomodoro e cipolla. Poi un altro piatto semplice è la Brosega: a base di pomodori saltati in padella con un soffritto di cipolla uniti a cui si uniscono solo in ultimo le uova da strapazzare. Per i primi scegliete quelli fatti a mano e con ingredienti come funghi, asparagi e tartufo. Io vi suggerisco le pappardelle o gli gnocchi di patate conditi con il sugo derivante dalla lunga cottura di anatra, lepre o cinghiale! Sono Strepitosi, così come il piccione arrosto. E per finire come dimenticarsi del Brustengolo , un dolce povero abbastanza diffuso nelle campagne narnesi, fatto un tempo con la farina di granturco, uvetta, pinoli, noci, nocciole, sottili fette di mele. Posto su stampi rettangolari, viene cotto normalmente nel forno e si consuma freddo. E ora ecco dove vi suggerisco di fermarvi:  La Gallina Liberata, in Vicolo Belvedere, 13  ovvero appena usciti dall’ascensore del parcheggio. Il secondo luogo che vi suggerisco è La Bottega del Giullare in Via Giuseppe Garibaldi, 12 tel 0744761485

Dove sostare con il camper, caravan o tenda?

Vi suggerisco due soluzioni a seconda della stagionalità in cui decidete di visitare la città. Nel periodo estivo il Camping Monti del Sole a Narni (TR) , nel resto del periodo potete sostare Area Camper di Terni (Via G. Lombardo Radice, 19, 05100 Terni TR) oppure presso il parcheggio camper di Narni (TR) in Via del Suffragio 185

TAPPA 2 (150 km) : Assisi e Spoleto 

Assisi e Spoleto due luoghi storici e religiosi, dove trascorrere due giorni e riempire la memoria fotografica del cellulare. Storia, cucina, tradizione e religiosità, raggiungono l’apice in ognuna delle tre località. 

Dove sostare con il camper,  caravan o tenda?

Assisi. Parcheggiato il camper nei parcheggi all’ingresso della città, indossate le scarpe e andare a scoprire la città simbolo della pace, che si identifica con uno dei santi più amati e venerati al mondo, San Francesco d’Assisi. Iniziamo proprio dalla magnifica Basilica di San Francesco, costruita nell’XIII secolo e composta da due parti, talmente diverse da essere complementari:  la Chiesa Inferiore e la Chiesa Superiore. L’ingresso nella parte inferiore, avviene attraverso le belle porte di quercia scolpite da Niccolò da Gubbio. Proseguendo in fondo alla navata potrete ammirare la cappella di Santa Caterina, costruita dal famoso cardinale Albornoz, che la scelse come luogo di sepoltura. Volgete lo sguardo verso le cappelle laterali, dipinte da artisti del calibro di Giovanni da Cosma e Taddeo Gaddi, così come la volta della navata che è una vera e propria opera d’arte con affreschi ad opera di diversi artisti tra cui Simone Martini, Giotto e la sua scuola. L’altare maggiore posto al fondo della navata è eretto in corrispondenza della tomba di San Francesco, sopra il quale troneggiano quattro grandi affreschi in cui Giotto ha glorificato le tre virtù fondamentali della Regola francescana: Povertà, Obbedienza e Castità. Dalla Chiesa Inferiore si può scendere alla cripta nella quale riposa la salma del Santo. La Chiesa Superiore invece conquista per la sua famosa facciata gotica lineare e raffinata al cui centro troneggia un bellissimo rosone. Una volta dentro sarete circondati dalla luce che entra dalle artistiche vetrate, in contrasto con la Chiesa Inferiore nella quale la luce scarseggia. La parte superiore è ricoperta di affreschi che narrano del Vecchio e Nuovo testamento, la cui attribuzione è ancora incerta dopo la tesi che voleva affidare la paternità a Giotto e a Cimabue. Le pareti inferiori sono invece certamente opera di Giotto e della sua scuola. Lasciata la Basilica dirigetevi verso il cuore medievale, Piazza del Comune attorno a cui spicca il Tempio di Minerva, risalente al I secolo a.C., un vero gioiello d’arte antica. Proseguite e dirigetevi in Piazza S. Chiara, dominata dall’omonima Basilica. All’interno della Basilica di S. Chiara, potete ammirare i resti della Santa e il bellissimo crocifisso ligneo che secondo la leggenda, parlò a S. Francesco. A queto punto se avete conservato ancora qualche scatto nella memoria del vostro smartphone, spostatevi alla Rocca Maggiore da cui avrete una vista stupenda sulla città intera e su parte della vallata!

Cosa mangiare a Assisi? Quattro sono le specialità Assisane: Pecorino;  Ciauscolo, salame spalmabile costituito da un impasto di carne di maiale; Umbricelli, (chiamati dialettalmente umbrichi, umbrichelli o umbrichelle), grossi spaghetti fatti a mano, al tartufo o alla norcina; Rocciata, dolce di origine medievale tipico di Assisi, ripieno di mele, nocciole, noci e uvetta. Dove mangiarle? Ecco qualche suggerimento: Nonna Nini in Via S. Rufino, 4 cell 3209130509 . Osteria La Piazzetta dell’Erba Via S. Gabriele dell’Addolorata, 15/b tel 075815352

Spoleto. Non basta un giorno per conoscere e visitare Spoleto, perciò vi ho selezionato tre luoghi simboli della cittadina. Innanzi tutto, Spoleto fonda le sue origini nella preistoria, divenuta colonia romana passò successivamente ai Longobardi e poi ai Franchi, ma fu durante il Rinascimento che la città di Spoleto passò dall’essere un centro prettamente strategico, per via della sua posizione, a un centro culturale. Dovette questo cambiamento alla fondazione dell’Accademia degli Ottusi che si occupava (e si occupa tutt’ora come Accademia Spoletina), di promozione di ricerche storiche, scientifiche, artistiche e umanistiche in città attraverso donazioni, corsi, laboratori e incontri. Il cuore storico è servito da una serie di scale mobili che corrono lungo il crinale della collina e la prima tappa da visitare è la Rocca Albornoziana. Voluta dal papa Innocenzo VI come sistema per rafforzare il potere della chiesa nei territori dell’Italia centrale. Non a caso fu eretta in occasione del ripristino di Roma come sede pontificia, dopo l’intervallo ad Avignone, in Francia. La sua forma regolare con da torri angolari, ospita il cortile delle Armi, destinato ad ospitare eventuali truppe e il cortile d’Onore per i governatori della città Al piano terra si trovavano le cucine, i laboratori e gli uffici per i funzionari, mentre al piano superiore si trovavano le residenze dei governatori e dei personaggi illustri. All’interno attraverso un imponente scalone d’onore, raggiungete una delle sale più importanti di tutta la Rocca: il salone d’onore. Destinato ad ospitare banchetti, feste e cerimonia, in realtà non fu mai portato a compimento. Il secondo luogo da mettere in agenda è il Ponte delle Torri che dopo aver lasciato la Rocca lo raggiungere in pochi minuti a piedi. E’ il simbolo per eccellenza di Spoleto ed ha origini antichissime. Si pensa che sia stato realizzato nel tardo medioevo e che venne costruito su di una struttura già esistente di epoca romana. Originariamente faceva parte di un acquedotto romano, mentre oggi scavalca il corso del fiume Tessino. Dieci arcate non omogenee nelle dimensioni, che sviluppano una lunghezza è di 230 metri. L’ultima tappa spetta al duomo di Spoleto: la cattedrale di Santa Maria Assunta. Venne costruita tra la metà del XII secolo e gli inizi del secolo successivo su di un edificio religioso già esistente risalente all’VIII secolo, la chiesa di Santa Maria del Vescovato. Tutti gli interni vennero completati nel XII secolo, compresa la facciata e il campanile. La facciata esterna, costruita in pietra chiara, è caratterizzata dal porticato di cinque archi, posto davanti all’ingresso. La pianta all’interno, in stile barocco, è a croce latina, suddivisa su tre navate in cui si susseguono sei campate. Molto caratteristiche sono le Cappelle del Santissimo Sacramento, con ben quindici affreschi che decorano il soffitto; la cappella di Sant’Anna, più nascosta, è un vero scrigno con il suo pavimento romanico; la cappella delle reliquie, caratterizzata sui tre lati da dei preziosi arredi, noti come l’Armadio delle Reliquie e risalgono alla metà del XVI. Per visitare tutti e tre i luoghi è necessaria mezza giornata.

Cosa mettere nella dispensa del camper o della caravan? Non fatevi sfuggire una tappa prezzo La Tenuta San Lorenzo Vecchio a Foligno dove potete anche sostare con il camper!

Cosa ordinare a tavola?

Se siete a Gubbio scordati di non fare la “scarpetta” a tavola. Sicuramente il tartufo è onnipresente, ma anche sughi e salse a base di ragù, carne di cinghiale e funghi porcini sono utilizzati spessissimo come accompagnamento ai primi piatti.

Spoleto invece assaggiate il “pilotto”: capretti, agnelli, polli, piccioni, quaglie, e tordi che a Spoleto vengono cotti in modo accurato che rende le loro carni particolarmente appetitose. Si tratta dei cosiddetto “pilotto” che è un bel pezzo di lardo arrotolato “ad imbuto” in un foglio di spessa carta paglia. Quando la carne è arrivata a metà cottura si incendia la carta del “pilotto” che va tenuto un po’ in alto sopra lo spiedo per lasciarvi cadere la pioggia di gocce di lardo fuso e bollente. 

Dove mangiare a Gubbio?  Vi suggerisco l’Osteria del Re  Via Cavour n.15/b 06024 Gubbio (PG) Tel. 075.9222504. Se invece vi trovate a Spoleto, fate un salto al Ristorante Apollinare Via Sant’Agata, 14 Cell: 3343406734

Tappa 3 (100 km) : PERUGIA

Ed eccoci arrivati all’ultima tappa, il capoluogo di Regione: Perugia. La prima cosa che dovete sapere è che il centro cittadino è attualmente chiuso al traffico automobilistico da una ZTL. Perciò vi suggerisco mi muovervi con la Minimetrò oppure con gli autobus. Iniziate dal simbolo di Perugia, la Fontana Maggiore. Venne realizzata tra il 1275 e il 1278 su disegno di Nicola e Giovanni Pisano e doveva essere alimentata dall’Acquedotto del Monte Pacciano. Ubicata su una gradinata circolare di marmo bianco e rosa, la fontana si sviluppa su tre livelli: una vasca di pietra più ampia ne contiene una più piccola e al centro di essa sorge una piccola vasca di bronzo da cui l’acqua zampilla. Le colonnine che sorreggono la vasca di marmo posta più in alto sono scolpite con le fattezze dei mitici fondatori della città, mentre le cinquanta formelle di marmo che decorano la vasca inferiore rappresentano il calendario dei lavori agricoli, i simboli della città (grifo, leone, aquila imperiale), le sette arti liberali e la filosofia. La seconda tappa va fatta alla Cattedrale di Perugia, dedicata a San Lorenzo, dove per accedervi dovete oltrepassare un portale barocco del 1729. L’intera cattedrale è in stile tardogotico e al suo interno in una delle cappelle è conservata la reliquia del Santo Anello, ovvero dell’anello che secondo la tradizione San Giuseppe donò alla Vergine Maria nel giorno del loro matrimonio. Non distante dalla Cattedrale, trovate la Rocca Paolina, una fortezza costruita a metà del ‘500 da papa Paolo III. La Rocca è attraversata da un sistema di pratiche scale mobili, che collegano Piazza Partigiani (dove si trovano un grande parcheggio a pagamento e il bus terminal) a Corso Vannucci. Proseguite la visita percorrendo l’antico acquedotto di Perugia ora trasformato in strada. Fino al 1850 approvvigionò la città sino a quando non vennero realizzate opere idrauliche più moderne. Oggi ciò che rimane dell’antico acquedotto è stato riconvertito in strada ed è stato fornito di balaustre di sicurezza e di una comoda pavimentazione a scale. A mio parere il tratto più affascinante della strada-acquedotto, si snoda da Porta Sant’Angelo fin nei pressi della Fontana Maggiore.  Lasciate la strada e entrate nella Galleria Nazionale dell’Umbria, che ospita la più ricca collezione d’arte della regione. Ubicata nel Palazzo dei Priori, merita almeno due ore di visita, tra oltre dieci secoli di arte Umbra: opere di Piero della Francesca, Pinturicchio, Beato Angelico, Duccio di Buoninsegna e Perugino. L’ultima tappa in città sono i giardini Carducci che formano una terrazza belvedere sulla città, da cui si può osservare un bellissimo panorama.

Dove sostare in camper?

Camping Il Rocolo Str. Fontana la Trinità, 1, 06132 Perugia. Qui troverete 80 piazzole per camper, caravan e tende oltre le tende Glamping. 

Cosa mettere nella dispensa del camper?

Non si può passare da Perugia senza pensare immediatamente alla Perugina, la cui fabbrica si trova a pochissima distanza dal centro storico cittadino. La fabbrica ha parzialmente aperto le sue porte ai visitatori e organizza percorsi di circa un’ora all’interno delle sue strutture. Il viaggio nella Casa del Cioccolato permetterà di visitare il museo storico della Perugina e le linee di produzione della cioccolata. Ovviamente non pensate di uscire dalla fabbrica senza aver assaggiato e fatto incetta di ogni tipo di cioccolata. 

Dove mangiare a Perugia? Vi suggerisco L‘Osteria ai Priori Via dei Priori, 39, 06123 Perugia PG cell 0755727098

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