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Una settimana alla scoperta dei più belli Castelli della Loira in camper. Mettete un paio di scarpe comode, un giubbino e svuotate la memoria fotografica del vostro smartphone

Ci sono mete per noi camperisti sono un must, un evergreen insomma il passaporto per essere definito vero camperista. Capo Nord, la Provenza, la Foresta Nera, Barcellona o la Croatia, sono presenti almeno una volta nei ricordi del camperista. Non di meno i Castelli della Loira (Patrimonio dell’UNESCO) che sono davvero numerosi, ma che si raggruppano tutti in pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro (sono ad un ora al massimo l’uno dall’altro). Questo itinerario dura dieci giorni, dove sette sono dedicati ai castelli e tre di viaggio tra andata e ritorno. Superfluo dirvi che la Francia è molto più camping friendly del nostro Paese: nelle località spesso si trovano i campeggi comunali, numerose sono le soste organizzate con parcheggi custoditi e aree attrezzate. Tutti i Castelli hanno il parcheggio camper nelle immediate vicinanze, alcuni a pagamento con i servizi della sosta, altri gratuito solo per dormire. Inoltre vi suggerisco di comprare il biglietto compresa l’audioguida: è veramente comoda e pratica per visitare giardini. castelli e scoprire anche quei pettegolezzi di corte. Per le informazioni relative alle visite nei castelli, orario, biglietti e soste in sito ufficiale è il seguente: Castelli della Loira 


Saint Priest La Roche: la resilienza

Quando ho letto la storia di questo primo castello, ho pensato subito al termine “resilienza”. Questo perchè il Castello di Saint Priest la Roche è stato continuamente attaccato sia dall’uomo sia dalla natura, è stato ridotto in una rovina e ciò nonostante è rimasto in piedi e soprattutto è in forma splendida. La storia inizia al 1260, quando il castello fu costruito su una piattaforma rocciosa alta 30 metri, che domina il fiume Loira.

Nonostante l’altezza l‘edificio subì attacchi militari e continue inondazioni dalla Loira, tanto che nel 17 ° secolo, il castello perse la sua attrazione, assomigliando sempre più a una casa fortificata che divenne poi una rovina nei secoli successivi. Alla fine del 1900, un industriale di Roanne acquistò il castello e lo restaurò in stile gotico trasformandolo nella sua seconda casa.

Durante gli anni ’30, il progetto di costruzione della diga Villerest segna la condanna del castello a sparire sotto l’acqua e divenne oggetto di numerosi atti vandalici. Ridotto ad un rudere il castello fu infine acquistato per un franco simbolico dal Comune per essere restaurato. Nel 1984 durante la costruzione della diga, il castello fu l’unico edificio risparmiato dalle acque. Nel 1996, è stato interamente restaurato e il lato rivolto verso l’acqua è stato ristrutturato per consentire l’accesso durante tutto l’anno. Pensate sia finita la sua storia? Macchè la regolamentazione delle acque della Loira non ha completamente protetto il castello, tanto che nel 2003 2 2008 le inondazioni del fiume sono arrivate nelle sale del castello. Ciò nonostante oggi,   il Castello di Saint Priest la Roche  è di una bellezza unica ed è situato su un’isola. 

Con il camper si può sostare liberamente davanti al Castello oppure nel vicino Camping che permette di raggiungerlo con la canoa dal fiume Loira

 

Gallery di Saint Priest La Roche

Castello di Valencay: il trionfo dell’esteta

Il Castello di Valençay rappresenta pienamente il suo proprietario: Charles Maurice de Talleyrand-Périgord. Fu uno dei più grandi diplomatici francesi che servì cinque regimi, ma non fece mai parte di nessuno. Ciò che mi ha colpito è la bellezza degli ambienti che testimoniano lo spirito del proprietario: un esteta sensibile al buon vivere aristocratico.

Eppure l’acquisto del Castello non arrivò per scelta di Talleyrand, ma bensì su consiglio dell’Imperatore che volle per il suo Ministro degli Esteri, una “bella casa per ricevere i diplomatici”. Deve proprio averlo preso alla lettera, perchè la bellezza traspare sin dalla facciata che presenta numerosi stili mescolati in modo armonioso: dal torrione medievale alla Torre nord-ovest, passando all’eleganza rinascimentale delle fini decorazioni scolpite, arrivando fino ai capitelli di pilastro, caratteristici dell’arte romana.
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Insediato nel Castello, Talleyrand iniziò numerose trasformazioni, in particolare nel parco e nei giardini. Nel 1808 Napoleone gli ordina di ospitare i principi di Spagna che dovranno essere detenuti, con buone maniere perchè sono pur sempre principi. Infatti come spiega l’audioguida,  Valençay fu per sei anni una prigione dorata: ad esempio, venne costruito un piccolo teatro in stile Impero per divertire gli ospiti. 

Passeggiando per le stanze tutte sontuosamente arredate, troverete gli effetti personali del diplomatico, nonchè la quotidianità di corte. Si ha l’idea che dietro una porta da un momento all’altro appaia lui, Talleyrand il diplomatico, nobile esteta proprietario del Castello. All’esterno vi suggerisco di perdervi nel parco di 53 ettari che è composto da numerosi giardini, parterre di fiori e spazi da scoprire. Il bosco dei Principi e la sua grotta con i pipistrelli riconosciuti Patrimonio Mondiale Naturale nel 2000 possono essere visitati a piedi o a bordo di un’auto elettrica.

Il Parco dei daini era già presente al tempo di Talleyrand e rappresenta un territorio di stupendi cervidi e poi fate come ho fatto io: mi sono perso e riperso nel  più grande labirinto ludico di Francia, dove le porte si aprono solo se si indovina la risposta alla domanda sulla storia del Castello e i pavoni erano gli unici riferimenti. Peccato che si spostavano e i sono rimasto nel labirinto per più di un’ora.

 

 

Gallery Castello di Valencay:

Chambord: il più maestoso

Già arrivarci si ha davvero l’impressione di andare a corte: viali lunghi perfettamente tenuti, le abitazioni dei cortigiani, le cascine e stalle e poi segui le indicazioni per il parcheggio camper. Ma il Castello dov’è? Esci dal camper, percorri un piccolo vialetto di ghiaia e si apre un Castello da favola. A mio parere il più maestoso e imponente della Loira, un vero e proprio capolavoro del Rinascimento Francese.

Tanto per darvi qualche numero, il muro di cinta è lungo quasi 32 Km,  la facciata è lunga 128 metri, 440 locali, 80 scale, 365 camini ed oltre 800 capitelli scolpiti. Inoltre all’esterno il parco si estende per una superficie di 5.440 ettari questo perchè Francesco I, volle dar vita alle sue più grandi passioni, la caccia.

Come tutte le residenze durante la Rivoluzione venne più volte saccheggiato e trasferito di proprietà in proprietà fino al 1932, quando finalmente fu dichiarato ufficialmente monumento nazionale. Vi suggerisco di dedicare una giornata intera al Castello per visitarlo bene perchè i dettagli sono parecchi. A cominciare dallo scalone a doppia elica realizzato da Leonardo: due scale a chiocciola coassiali, che ruotano nello stesso senso senza mai incrociarsi, permettendo a due persone di salire o scendere le scale senza mai incrociarsi.

Salite sul tetto e vi sembrerà di entrare in piccolo paese con stradine che si intrecciano e passano fra torrette, nicchie, abbaini tutti decorati con preziosi motivi floreali (tra cui il giglio, che rappresenta da sempre l’emblema reale), corone, salamandre che sputano fuoco, ninfe e fauni. Per sostare con il camper, c’è il parcheggio all’ingresso est, non attrezzato ma adibito solo a camper.

 

Gallery di Chambord

Amboise: Il Rinascimento Francese

Lo sapete che Leonardo, il grande genio, è sepolto in Francia a Amboise? E’ uno delle particolarità di questa residenza reale che per più di due secoliè stata profondamente legata alla grande Storia di Francia. Palazzo grandioso dei re Carlo VIII e Francesco I durante il Rinascimento, il castello rappresenta una testimonianza eccezionale dei profondi cambiamenti che si sono verificati in Europa nel ‘400 e nel ‘500.

Vi suggerisco di prendere come guida il tablet che forniscono in biglietteria perchè vi ricostruisce gli ambienti proprio come nel 400, con qualche curiosità sull’oggettistica e riti a tavola durante il Rinascimento. Vedrete la perfetta espressione del lusso e dell’art de vivre alla francese. Non ultimo godetevi la meravigliosa vista dal giardino esterno che si affaccia a 360 gradi sul fiume e sulla città. Per sostare il camper vi suggerisco il comodo e ben strutturato, campeggio comunale Ile d’Or nella cittadina. 

 
Gallery Amboise
Chenonceau: amiche mai

Quando ci si appresta a entrare nel Castello di Chenonceau si vede subito il tocco della femminilità: tutto traspare dall’immacolata facciata esterna, i giardini floreali, fino agli interni decorati con fasto. È conosciuto anche come il Castello delle Dame, perché ha saputo conquistare il cuore e il portafoglio di molte di esse. Capolavoro rinascimentale, le sue inestimabili collezioni d’arte, le stanze conservatesi intatte e i suoi giardini fioriti meritano un’intera giornata. Io dopo la visita l’ho associato al duetto musicale Mina-Vanoni “Amiche mai” al castello e lo capirete nelle prossime righe.

Capolavoro rinascimentale, il Castello di Chenonceau è composto da un torrione e i pozzi ne testimoniano le origini medievali. Quest’ultime però si sono perse quasi totalmente traccia nel XVI secolo con l’arrivo di Thomas Bohier, all’epoca segretario generale delle finanze del re Francesco I, che rase al suolo l’edificio originario. Thomas stesso posò poi le prime pietre dell’attuale costruzione sui piloni di un antico mulino fortificato.

Il castello prese così la sua attuale forma sulle rive del fiume. All’interno le stanze sono suddivise da ciascun lato da un vestibolo centrale e distribuite lungo una scalinata a rampa dritta, in piena ispirazione ai Palazzi viennesi. Non perdetevi la visita della cucina e il salone meraviglioso sul fiume, voluto da Caterina de’ Medici. Fu lei a far edificare la galleria a due piani sul ponte che sovrasta il fiume Cher. Le sale sono così ben arredate da dare, a volte, l’impressione che il tempo si sia fermato.

La camera di Luisa di Lorena è quella che emerge: lo spettacolare decoro riflette il lutto della moglie di Enrico II che visse qui i suoi ultimi anni di vita, chiusa in questa stanza dalle pareti nere, piena di simboli funebri. Ma voi direte perchè “amiche mai”?  Durante i trascorsi storici il Castello passò a Diana di Poitiers, la favorita del re Enrico II, con grande dispiacere della moglie di quest’ultimo, Caterina de’ Medici. Diana spese tutto il suo tempo a rinnovare e abbellire il castello: fece scolpire i suoi parterre e costruire un ponte a strapiombo sullo Cher.

Alla morte del re, Caterina de’ Medici costrinse la rivale a lasciare il castello e si appropriò del posto. Prova a cancellare il ricordo di Diana: cambiando il decoro delle sale, ordinando il rifacimento dei giardini e soprattutto facendo costruire le gallerie sul ponte. Ma innegabilmente tutto riporta e Diana e la cosa più ironica è vedere lo stemma con le iniziali di Enrico e Caterina, incrociarsi formando una lettere D…come Diana. All’esterno il parco e i giardini sono perfettamente disegnati: il labirinto circolare, i roseti rampicanti del Giardino di Diana di Poitiers, i parterre fioriti del Giardino di Caterina de Medici o ancora il parco dei fiori sono incantevoli. Con il camper potete sostare all’ingresso nel parcheggio che è ombreggiato, ma privo di servizi per la sosta.
 
Gallery Chenonceau
Cheverny: il più divertente

Sarà che ho avuto modo di visitarlo mentre le stanze si incrociavano con l’esposizione dei famosi mattoncini LEGO, o forse perchè il papà di di Tintin, Hergé, utilizzò il castello di Cheverny come modello per le avventure del giovane dal ciuffo biondo e per questo motivo, il castello dedica una mostra permanente al personaggio del fumetto, sta di fatto che per me è stato il più divertente. 

Esteticamente rappresenta il Classicismo alla francese, un equilibrio perfetto tra le facciate e gli sfarzosi interni. Tutto intorno al Castello c’è un magnifico parco botanico conservato in modo ineccepibile dalla famiglia Vibraye che lo detiene da diversi secoli. Fu costruito 1620 e il 1640 e si presenta con lo stile alla francese che predominerà durante il regno di Luigi XIV in cui la sobrietà e simmetria saranno i padroni inespugnabili.

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Inoltre la pietra di Bourré utilizzata per la realizzazione, regala all’insieme una luce particolare, ma soprattutto ha la caratteristica di diventare bianca e di indurirsi con il tempo. Ragion per cui il castello non è stato sottoposto a modifiche di nessun tipo e lo si vede nel suo stato originale, così com’era nel XVII secolo. Il camper anche in questo caso lo si parcheggia davanti all’ingresso un un’area dedicata dove è possibile anche sostare la notte, ma priva di servizi per la sosta.

Gallery Cheverny

 

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